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Carissimi presbiteri,
la pandemia di Covid-19 non permette di celebrare con la partecipazione dei fedeli i misteri liturgici del Triduo Pasquale.
Per cui con somma sofferenza mi rivolgo a voi per darvi disposizioni circa la prossima celebrazione della Settimana Santa, tenendo presente il Decreto “In tempo di Covid-19” (Prot. 153/20 del 19 marzo 2020) della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
• La Domenica delle Palme o della Passione del Signore, la si celebra senza il rito della benedizione dei rami di ulivo (di cui viene proibita anche la distribuzione) e omessa la processione, la Messa inizia come di consueto.
• La Messa nella Cena del Signore può essere concelebrata dai sacerdoti nelle diverse chiese parrocchiali, omesse la lavanda dei piedi (già facoltativa) e la processione del Santissimo Sacramento, che andrà riposto nel tabernacolo.
• Il Venerdì Santo può essere celebrata la Passione del Signore.
Le espressioni di pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale (es. Via Crucis) potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, come il 14 e il 15 settembre.
• Per quanto riguarda la Veglia pasquale, il lucernario con l’accensione del fuoco si omette; si accende il cero e, omessa la processione, si esegue l’annunzio pasquale (Exsultet). Segue la Liturgia della Parola. Per la Liturgia battesimale, si rinnovano soltanto le promesse battesimali, segue la Liturgia eucaristica.
La celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana per adulti, sarà rinviata in data da definire.
Non essendoci la benedizione dell’acqua battesimale né lustrale, viene proibita la distribuzione dell’acqua benedetta, anche utilizzando contenitori precedentemente preparati.
• I parroci che celebrano il Triduo Pasquale, possono utilizzare i mezzi di comunicazione telematica in diretta avvisando i fedeli dell’ora d’inizio in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni, in orario non coincidente con le celebrazioni presiedute dal Vescovo.
• I sacerdoti che non hanno la possibilità di celebrare il Triduo Pasquale pregheranno la Liturgia delle ore.
• È stata data a noi Vescovi la facoltà di rimandare la Messa crismale. Pertanto, se le condizioni saranno favorevoli, la celebreremo nella solennità del Sacro Cuore di Gesù il 19 giugno p.v.
• Considerata la particolarità e la complessità dei riti della Settimana Santa, che esigono un minimo di attori celebrativi, è conveniente la presenza del diacono e di un gruppo di cantori (non superiore a 4) con la rigorosa osservanza delle norme di tutela sanitaria.
• Per quanto riguarda le aperture delle Chiese, restino aperte soltanto per alcune ore del mattino a beneficio di qualche fedele che vuole confessarsi o raccogliersi in preghiera individuale, sempre nel rispetto delle regole.
• Di seguito il calendario delle celebrazioni della Settimana Santa da me presiedute:
5 aprile – Domenica delle Palme e della Passione del Signore, Messa, ore 12;
Triduo Pasquale
9 aprile – Giovedì Santo, Messa nella Cena del Signore, ore 18.30;
10 aprile – Venerdì Santo, Liturgia della Passione del Signore, ore 18.30;
11 aprile – Sabato Santo, Veglia pasquale, ore 20.
Carissimi presbiteri,
penso che in ognuno di noi è sorta una domanda, anche se non espressa: “La Pasqua parla di gioia, di vittoria della vita sulla morte, di risurrezione. Come possiamo celebrarla in questo tempo in cui la morte sembra avere il sopravvento e la paura e la tristezza avvolgono le persone?”.
Ho trovato conforto in quello che scriveva san Paolo VI nell’Esortazione apostolica sulla gioia, Gaudete in Domino (9 maggio 1975):
«… quaggiù, la gioia del Regno portato a compimento non può scaturire che dalla celebrazione congiunta della morte e della risurrezione del Signore. È il paradosso della condizione cristiana, che illumina singolarmente quello della condizione umana: né la prova né la sofferenza sono eliminate da questo mondo, ma esse acquistano un significato nuovo nella certezza di partecipare alla redenzione operata dal Signore, e di condividere la sua gloria. Per questo il cristiano, sottoposto alle difficoltà dell’esistenza comune, non è tuttavia ridotto a cercare la sua strada come a tastoni, né a vedere nella morte la fine delle proprie speranze. Come lo annunciava il profeta: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia”. L’Exultet pasquale canta un mistero realizzato al di là delle speranze profetiche: nell’annuncio gioioso della risurrezione, la pena stessa dell’uomo si trova trasfigurata, mentre la pienezza della gioia sgorga dalla vittoria del Crocifisso, dal suo Cuore trafitto, dal suo Corpo glorificato, e rischiara le tenebre delle anime: Et nox illuminatio mea in deliciis meis» (n. III).
Questa gioia è possibile anche in tempo di covid-19! Essa sgorga dal “Cuore trafitto” del Crocifisso, dal suo “Corpo glorificato”.
È una gioia interiore, profonda, discreta, che non potrà trovare manifestazioni esteriori. È una gioia che nessuno ci potrà togliere!
Sappiamo come nel Vangelo di Giovanni la glorificazione si manifesta nella crocifissione!
La Pasqua risaldi la nostra speranza! Il Signore ci chiama ad essere ministri della speranza per la nostra gente.
Pozzuoli, 25 marzo 2020
Solennità dell’Annunciazione del Signore.
Gennaro, vescovo
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